mercoledì 19 febbraio 2014

ZEN, STEVENS e altre medicine

In questi giorni faccio fatica a stare dietro all'attualità: il premier Zen viene segato dal segretario Fonzie, in Russia c'è la fiamma olimpica accesa mentre in Ucraina le fiamme sono nei palazzi del potere, a San Remo - che per ora non è raggiungibile in treno - è tornato il Festival, e per di più è ripresa la Champions League.
C'è bisogno di fermarsi a pensare un attimo e mettere a fuoco le cose (a parte in Ucraina, dove già lo fanno).
La parola che vorrei mettere in risalto oggi è legge
Sostantivo ma anche verbo, così diventa il filo rosso tra le tre cose che voglio dirvi. 
Non è il gioco televisivo di Carlo Conti ma provate un attimo a capire perché legge unisce i tre messaggi di oggi, che sono:
1) fatwa
2) calma
3) bugiardino
Da lettore e da libraio, provo uno stordimento totale quando il nuovo libro di un autore fino a quel momento mi era piaciuto mi delude. Parlo di delusioni forti, pericolosamente destabilizzanti, roba che toglie la terra da sotto i piedi. Mai provato? Non posso - MA QUANTO VORREI - fare esempi. Com'è possibile che una persona capace di rubarvi prima il sonno, poi il cervello e infine l'anima con un romanzo avvincente se ne esca con una trama inconsistente, personaggi scialbi e situazioni prevedibili: in poche parole, che scriva una cagata? Pubblichi una cosa che pare scritta da un altro?
L’unica spiegazione che mi sono dato è che uno Spirito esiste – almeno uno – e che di tanto in tanto entra in qualcuno di noi e gli fa fare o dire cose molto ispirate, per poi lasciarci alla nostra pochezza umana, per sempre.
Cat Stevens, ospite d'onore a San Remo ieri, ha scritto Father and Son, dolce canzone che è un GIGACLASSICO e che diceva tra l’altro “take your time, think a lot”.
Yusuf Islam, artista e intellettuale cresciuto a Londra, ha omesso di condannare chiaramente la fatwa contro Salman Rushdie - che per un inglese è già un fatto incredibile - contravvenendo al saggio consiglio “think a lot”! Ha finito per passare da accusatore di Rushdie.
Cat Stevens e Yusuf Islam sono la stessa persona. Controllate.
Father and Son fu un ispirazione, l’intervista su Rushdie no. Poi lo Spirito, in via eccezionale, è tornato da Yusuf e da questa visita sono scaturite nuove canzoni, un musical e una serie di rettifiche sulla fatwa (undici anni di rettifiche). L’esempio non è esaustivo.
Io resto colpito dalle parole e dalle storie, chi le scriva è un dettaglio. E voi?
In cinquemila anni di scrittura di autori ne sono passati un po’, ma quelli che restano sono mosche bianche. 
Alcuni, invece, hanno scritto tante cose importanti, hanno avuto continuità nella qualità anzichè nella quantità, e sfruttare l’ispirazione non era tra le loro preoccupazioni: questi sono i Grandi.
Vecchi e nuovi. Ripeto il concetto: quelli nuovi bisogna cercarseli, li fanno le le nostre letture. Abbiamo un ruolo nella storia? Bo'! Abbiamo di sicuro un ruolo nel successo dei libri.
Penso che si debba pensare al volume giusto e mettersi lì a cercarlo, nel giusto posto, nei giusti modi.
Anche nell’ambiente dell’editoria ci sono grida, strilli e schiamazzi. Devi un po' isolarti, tirare fuori lo zen che è in te, e non badare agli spot. Le belle copertine, le fascette, sono come certe belle canzoni pop, immortali quanto leggére.
Il mondo va di fretta, e continuerà così per un bel po’.
Eppure chi va piano non è in contravvenzione, anzi è nel giusto, e sta rispettando perfino quelli che suonano, dietro. Ecco, per me il libraio è uno che va piano, uno calmo. Per esempio, è uno che legge i libretti di istruzioni e le avvertenze. Chi di voi lo fa? Ah, io sono un fanatico dei manuali d'istruzioni! Leggo sempre i bugiardini delle medicine. Penso che anche i libri dovrebbero avere il loro bugiardino, e che ci crediate o no non sono il solo.
In questi giorni sfoglio un volume che Sellerio ha pubblicato a novembre: "Curarsi con i libri".
Cos'è? L'edizione italiana di una genialata di due autrici inglesi, Ella Berthoud e Susan Elderkin, biblioterapiste. E ho detto tutto. Il libro elenca dei malesseri che possono passare grazie a una lettura quanto mai "sana". Lo trovo un libro impagabile! Una vena di humor lo attaversa con discrezione, la cura di Fabio Stassi e il lavoro manuale di Sellerio lo tiene ben unito e credo sarebbe utile in ogni casa, specie se sistemato affianco al libro di ricette della nonna - che potrebbe avere lo stesso effetto su alcuni mali. 
"La prossima volta che sentite il bisogno di tirarvi su, ricorrete a un romanzo" (pag. 18). Loro due devono aver letto di tutto, con metodo scrupoloso e tanta dedizione - facendo ZEN? - a noi basta incrociare il libro giusto al momento giusto, e per farlo potremmo anche chiedere a un libraio...