mercoledì 13 aprile 2016

La Verità sotto il sole di mezzanotte

Libri: Sole di mezzanotte, Riina family life.
Parole: equilibrio, riesaminare, scrauso, auto-assoluzione.


E infine venne Riina Jr.

Ha fatto scalpore la pubblicazione di un libro da parte del figlio del boss Salvatore Riina. Il picciotto si chiama Giuseppe Salvatore ed HA SEMPRE AVUTO UN GRANDE TALENTO PER LA SCRITTURA. Sfortunatamente, l’attività imprenditoriale di famiglia ha impedito al suo talento di esprimersi, poiché come a un moderno Conte Monaldo, quella attività imponeva a papà Salvatore Senior di avvalersi, pur a malincuore, di tutte le energie disponibili nella Famiglia. Comprese quelle del giovane scrittore. Quando si dice “Braccia tolte alla Letteratura”!

Ma niente può sconfiggere una buona Storia, e prima poi questa trova il modo di essere raccontata!
Così l’opera infine vide la luce. Come fu? A salvarla da un oblio senz'altro immeritato ci ha pensato la RAI, da oltre un secolo – o almeno dall’inizio della trasmissione del Concorso “Miss Italia”- garante delle arti e delle Lettere nel Belpaese. Veicolando l’opera prima di Riina Jr attraverso la migliore delle sue produzioni, Porta a Porta, la RAI ha favorito la diffusione del Verbo Riiniano in tutta la Penisola. Un dovere per il servizio pubblico, un piacere per gli amanti dei libri.

Sono proprio curioso di vedere come va questo libro. Perché mi sento anche io come Giuseppe Salvatore: anche io ho tenuto per anni una grande storia nel cassetto. Trovavo sempre qualcosa che mi impediva di stendere il lavoro. E avevo paura di pubblicare. Misero me, che non mi rendo conto di che privilegio ho, a fare il libraio, e a poter scrivere liberamente quello che mi va.

Visto che non sono in pace con me stesso per aver “osato” scrivere, mi ritrovo qui a processarmi, a giustificarmi. Credo che càpiti a molta gente: questo disagio nello sconfinare là dove per anni abbiamo guardato come un territorio estraneo. Affascinante. Proibito. Da un lato senti urgenza, dall’altro ti trattiene la prudenza. Ti dovrebbe trattenere. A una certa età vuoi equilibrio. C’è chi trova quell'equilibrio nelle relazioni, chi nella famiglia, chi nel lavoro. Non è che stai sempre a cercare le novità a tutti i costi, se non senti un vuoto che vuoi colmare.
Avevo un equilibrio, ed era basato sul lavoro. Poi ti viene quella pazza idea di scrivere... Eh, Giuse’?
Tra le altre cose, l’auto-assoluzione è una prassi diffusa, perciò l’autoassolvermi mi da’ un senso di fratellanza col genere umano che raramente provo. È una forza, non so spiegare. “La Scrittura della Liberazione”! 
Deve essere stato così anche per Riina Jr. 


E poi, la coincidenza!

Io finora ho letto pochi gialli. Quando arriva la novità di uno scandinavo, però, sono sempre attratto, sistematicamente. 
Pochi giorni fa è arrivato Sole di mezzanotte, di Jo Nesbø. Lui  è uno dei miei preferiti - se non altro perché si è trasformato da calciatore di bassa lega a scrittore di successo: già LUI è un personaggio da libro. E’ stato capace di sorprendermi più di una volta, e quindi è diventato un “LOGO”: i libri firmati da lui mi ispirano fiducia. La fiducia che ti da un panino mozzarella e prosciutto. Infatti, ho divorato il romanzo. 

Si tratta di un cosiddetto “Libro gassosa”, da mandar giù a grandi sorsi senza star troppo a riflettere.
Il protagonista è un altro che si autoassolve, Jon Hansen. E qui ci ho voluto vedere una coincidenza con la mia auto-assoluzione e con quella del promettente Riina Jr. Questo Jon è uno che per salvare chi ama è disposto prima a spacciare droga e poi anche a “liquidare” i cattivi pagatori (vedi le similitudini con gli affari di famiglia?). Però è e resta, fino all’ultima pagina, un uomo di sani principi, uno che non sposerebbe MAI una donna già sposata. Meglio prima ammazzare il marito. E infatti qualche pallottola vagante finisce nelle tempie giuste. Questa e altre eccezioni a un discreto senso morale ci consegnano un protagonista credibile. Dopotutto è un uomo braccato a causa di varie sfighe, che vi invito a mettere in fila leggendo il libro; libro che sa correre e prendersi le pause, al momento giusto. A proposito di pause: tolti i flash back, la narrazione è ambientata nel Finnmark Norvegese, un placido posto, non remoto: di più, trapassato remoto, dove ciascuno può contare su una superficie di 0.7 km² tutta per sè.  

A proposito di sfiga: provate a nascondervi in un luogo dove c’è il sole pure a mezzanotte… Ad ogni modo, nel susseguirsi di avventure e fughe per la sopravvivenza, si insinua in Jon la questione della fede.
Intendiamoci: Jon è un uomo pragmatico che si trova in guai più grossi di lui. Eppure quando la coscienza si sveglia, nemmeno uno scaltro, pronto a tutto, riesce a ignorarla. Mi ha colpito un passaggio, che è a pagina 194:
Jon è in una chiesetta. Entra l'anziano prete. Jon, in piena crisi esistenziale, gli chiede se la fede sia un buon affare, se egli non dubiti mai:
“Certo che dubito!" Jakob Sara si sedette accanto a me con un sospiro "Per questo si chiama credere e non sapere.”
“Anche per un predicatore?”
“Soprattutto per un predicatore. Deve riesaminare il suo convincimento, ogni volta prima di predicare la parola, lo deve vagliare.”
Il prete si rivolge a Jon.
Ma, a ben guardare, potrei essere io. “RIESAMINARE IL SUO CONVINCIMENTO”… “prima di PREDICARE la parola”. Più di questo, come in tutte le questioni di fede, non solo spirituali ma relazionali e affettive, - e tocca a Nesbø, ex calciatore (scrauso), scrittore scandinavo (di successo), di gialli anch’essi scandinavi (di transizione), ricordarcelo - mi interpella la differenza tra sapere e credere.

La differenza tra ciò che accetti come vero e ciò che è vero. Differenza che sfugge perfino a chi ha sempre avuto un grande talento per la scrittura. O per la riscrittura. 

E' venuto Riina Jr, ma non è la fine.