Libri: Lo strano mondo di Alex Woods, Passaggio alle stelle (originale: Transition)
Parole: #transizione, Social media, #startrek, #genderequality, #tenia
Adam McKay e
il suo Don’t look up mi hanno fatto tornare in mente due libri che mi erano
piaciuti tanto. Vorrei portare loro qualche lettore in più: vediamo se ci
riesco sfruttando questo film di successo!
Di Caprio, Meryl
Streep, Kate Blanchett e Mark Rylance sono 4 nomi enormi per un solo
cast, e devo dire che questo Poker d’Assi mi ha attirato verso un film che,
altrimenti, avrei frettolosamente bollato come un "Remake di Armageddon". Una produzione
#NETFLIX col cast stellare e un asteroide poteva fallire? No! Ma siamo di
fronte a un film sfaccettato e stratificato, con una strepitosa Jennifer
Lawrence (e Timotheè Chalamet, che è OVUNQUE e che tra un po’ presenterà un tg
della sera) e a un successo addirittura da record! Un bel film che puoi goderti
dal divano di casa a dicembre, per giunta (nei giorni in cui le regole per uscire
stanno cambiando)! Altro che remake! Eppure... qualche eco si sente! Da dove vengono?
Sono partito
tardi con gli abbonamenti streaming, si vede che ero troppo chino sui libri! Ma
sto recuperando volentieri, perché ho trovato un sacco di roba che amo.
C’è poco da
essere pre-internettiani: anche i nativi degli anni Settanta si divertono con
#netflix! E oh, ok, mi direte: “Bella scoperta Zio!” Ma... vediamo se al banchetto
delle piattaforme streaming si rimedia qualche briciola anche per quelli che
guardavano i Bellissimi di Rete Quattro, per gli amanti dei libri e per quelli che
stanno bene senza social network. (Per giorni e giorni.)
La risposta è
Sì! Ve lo dice uno Zio!
DON’T LOOK
UP e i suoi CUGINI LETTERARI: media e meteoriti
Mettere un
asteroide killer di pianeti in secondo piano è un prodigio di scrittura, e
quindi Don’t look up, che ci riesce, può essere un argomento per questo piccolo
blog letterario. Mentre scrivo, però, Ĕ GIA’ IL MOMENTO DI DON’T LOOK UP e il
film è PRIMO IN CLASSIFICA! Per questo, invece di ingrossare il flusso dei commenti al film,
mi fermo al mio territorio - i testi, la narrativa - e sottolineo qualche legame
della sua sceneggiatura con la letteratura. Vi userò la cura
di non tirare fuori titoli di romanzi arci-famosi, oppure scontati, oppure alla
moda, oppure sponsorizzati in tv, oppure… MI LIMITERO’ 😉 a
portarvi un po’ in giro tra alcune belle pagine vicine a Don’t Look Up. Voglio
fare un solo pubblico complimento al film di McKay: mi ha intrattenuto alla
grande, mi ha fatto pensare ai media e alle ambizioni. E a macinare il caffè in casa,
anche.
In pratica, c’è questo asteroide enorme
che con fatale indifferenza viaggia verso la Terra. Benissimo (oddio, si fa per
dire!), vuol dire che seguiremo la sua traiettoria fin quando i governi mondiali
non decideranno sul da farsi. Chi detiene il potere, qualche dubbio
su come procedere ce l’ha: la suspence ci guadagna e la trama pure. Ma guardiamo
a qualche romanzo che parta con un asteroide, ok?… ecco, mi è tornato in mente un
libro in cui un asteroide arriva sulla Terra e, attraversando l’atmosfera, si
frantuma in tanti piccoli meteoriti che si schiantano nella campagna inglese. Anno del Signore 2004 (che credo non abbia
coinciso né con l’Apocalisse né coi calcoli dei Maya). Il romanzo è Lo Strano
Mondo di Alex Woods, e vi leggiamo, tra risa e commozione, cosa càpita al
ragazzino che venne
centrato da uno di quei meteoriti. Il suo nome è Alex, appunto, e la sua
storia mi è rimasta impressa: la vita che vale di un caso sociale. Alla base c'è un fatto vero del settembre del 2004: oltre 50 avvistamenti di fireballs e qualche meteorite a terra, tra UK e Francia.
La pietra cosmica era grande come
un’arancia, e lui per poco non ci lascia le penne. Sopravvivere a un impatto
extra-terrestre porta ad Alex una strepitosa quanto fastidiosa notorietà.
Lui odia questo. Il clamore eccezionale intorno alla sua vicenda fa comodo solo
a chi lavora nella comunicazione. Alex è circondato, ma è solo. Tutti vogliono
che parli. E soli sono i protagonisti di Don’t look up, Kate e il prof. Randall
Mindy. Vanno nei talk show. I media li travisano. Non vogliono giocare, eppure perdono tutto. Forse è solo un cliché, ma succede anche ad Alex Woods.
C’è un
parallelismo tra i personaggi: noto che in Lo Strano Mondo la
ricercatrice Monica Weir è descritta come una nerd cresciuta a pane e
astronomia, che non bada alla moda e alle opinioni altrui, ma è determinata a
perseguire i propri obiettivi. La Monica che diventa amica di Alex Woods è
imparentata con la ricercatrice punk Kate Dibiasky (J. Lawrence) della
pellicola #Netflix. Kate è mansueta ma capace di contrattaccare, e non domina le emozioni. Wow!
Linguaggio
Scientifico, Linguaggio Tecnico, Magnetizzare il pubblico
Sia il romanzo
che il film usano termini tecnici dell’astronomia, della fisica e della
chimica, e sono una sponda sicura per tutti gli ingegneri con un minimo di
buongusto; usano come sfondo della trama un tema universale, di quelli che possono
coinvolgere un grande pubblico (incluso il più ristretto sotto-pubblico degli
ingegneri di buongusto 😉). Trama e tema si alternano sul proscenio. Durante
la narrazione, si muovono in avanti verso il primo piano e poi,
indietreggiando, fanno spazio ai personaggi. O meglio, alle persone.
Vediamo come? In Don’t look up c’è il tema universale del negazionismo, include anche altro ma sta cosa bisogna dirla, una parte nega l'evidenza per fede, per eccesso di fede, per speculazione, per eccesso di speculazione, e parla con questi toni: «Se
i “profeti” vi dicono che una cometa cadrà sul pianeta Non Guardate In Alto, e
godetevi la vita, guardate la tv e fate i vostri acquisti, Signore e Signori,
rigorosamente col vostro Smartphone BASH! Sì!» APP-lausi, URLa e ulu-Like dalla
platea fomentata! Il tema è universale, e attuale.
In Alex Woods ci sono la liberalizzazione della cannabis e l’ eutanasia.
Per le persone,
invece, nel film abbiamo un astronomo ansioso e sciatto, che fa pensare a un
giovane Parisi, due donne pronte a tutto per la propria carriera ma che non
mostrano alcun sentimento positivo, nessun calore umano, né il minimo barlume di
empatia (il personaggio di Meryl Streep abbandona il proprio figlio, anche, se,
be’, questo figlio per tutto il tempo si comporta da esemplare pezzo di merda,
e se per me è il personaggio più divertente, di certo non si fa... amare?). A me è piaciuta la moglie di Mindy,
che sembra una mia vicina di casa. E il pilota dello shuttle, che mi ricorda un
compagno delle superiori che oggi gira con un pezzo nella fondina ed espellerebbe dall’Italia
tutti i clandestini. Nel libro abbiamo la madre di ALEX, che vive leggendo i
tarocchi, un anziano solitario veterano di guerra, una dark lady dal guscio
duro ma col cuore tenero.
Se ancora non avete voglia di leggere Alex Woods, provo così: c’è un post qua sotto:
BLOGHEMA: Lo strano mondo dei sottotitoli pubblicitari (bloghema-room.blogspot.com) per chi vuole sapere di più su Lo stano Mondo di Woods, e
invece di dilungarmi, passerò al secondo libro che ho abbinato al film
Netflix, Passaggio alle Stelle, di Vonda McIntyre.
PASSAGGIO ALLE STELLE, e comete che passano
Un romanzo
d’avventura fantascientifica da una delle autrici della serie #StarTrek. Potrebbe
appartenere a una rassegna intitolata “Donne al potere!”. Il primo parallelismo
col film è che le donne occupano tante posizioni apicali: nel campo scientifico,
nella politica (interplanetaria) e nel settore militare.
In un futuro
indefinito il genere umano è alla ricerca di mondi abitabili (primo punto in
comune con Don’t look up).
Ignaro
dell’esistenza di una Civiltà Superiore, l’equipaggio della nave Starfarer si
lancia all’inseguimento di fievoli tracce cosmiche: gli alieni le hanno
seminate per condurre i terrestri in un territorio neutrale...
All’origine
del viaggio della Starfarer c’è l’estinzione del genere umano, e la ricerca di una soluzione è tutta umana, gli alieni non sono presenti, sono "alieni-allusi". Se fino alla fine del film di alieni non c'è traccia, bisogna svelare che nel libro le cose sembrano andare diversamente… ma il colpo
di scena arriva in tempo per rilanciare la lettura, febbrile, verso un finale originalissimo!
Gli Stati Uniti di Passaggio Alle Stelle sono la prima potenza mondiale e non
possiamo avere dubbi sul fatto che detengano il monopolio dei viaggi spaziali. Tuttavia il governo è incerto su cosa fare della Starfarer. Arriva a puntargli contro una testata nucleare. Se
passiamo al film Netflix vediamo che l’intervento delle altre potenze mondiali concorrenti muore sul nascere, ed è spiegato in una sola battuta (quando Randall Mindy dice
che la missione di India, Cina e Russia è fallita). L’esito finale è in mano ai
soli Grandi Unici fantastici United States of America!
Punto in comune: i progetti sposati dal Governo americano fanno cilecca!
Cosa sono i viaggi spaziali oggi? Siamo informati su questo? Visto che una volta al mese, pandemie o no, oscillazione del petrolio o no, un miliardario parte per farsi una passeggiata in orbita su tutti noi, sentiamo che la cosa ci riguarda?
Non mi occupo di gite
interplanetarie, ma forse dovrei cominciare. La serie Star Trek ha (tra gli
altri) il merito di porre il genere umano di fronte a popolazioni aliene, e
allude all’apertura di nuovi percorsi tra Sistemi stellari (facendo alla
svelta: Star Tracks). Anche piste commerciali. Come detto, la McIntyre ha
scritto per Star Trek, e per chi ama il genere è un peccato che il suo libro
non si reperisca facilmente. Dice ancora tanto! Ecco la mia copia del 1994:
un Urania inseguito da Urano? |
Nel film, gli umani sembrano psicologicamente disturbati – a tratti squilibrati, dediti all’abuso di Xanax e di smartphone, propensi a fidarsi del più ricco e del più potente; per tutta la durata ti chiedi “allora, ce la caveremo? Superiamo l’esame?”. Nel libro, invece, gli Umani terrestri vengono umiliati da sadici esaminatori: gli Umani extraterrestri. Questi Umani, nostri cugini, sono pedagogici con gli Umani terrestri: ci stimolano a fare nuove scoperte, ci mostrano gli indicatori della nostra impreparazione, ci rimandano a settembre! Siamo una “cultura giovane” e questa è una interpretazione interessante, perché umile, della scrittrice americana. Lei ha inventato un personaggio apposta per rimettere gli umani al loro (nostro) posto: si chiama Andro e sembra un guerriero spartano, la cui alterigia consente battute simpatiche come questa: “dipenderà dagli esseri umani: che voi cambiate come dite di voler fare o che il cambiamento vi prenda la mano”.
Anche il film boccia il genere umano! Ĕ evidente: i buoni finiscono male! Che altro mi serve? In Don’t look up, c’è un personaggio che si fa decisamente prendere la mano. il CEO Presidente della BASH ripone troppa fiducia nel livello di preparazione raggiunto dal genere umano. La sua stima esagerata ha conseguenze piuttosto … spettacolari (interpretato da Mark Rylance è qualcosa di incommensurabile).
Ultima parola: tenia. Nel libro della McIntyre dopo anni trovo questo schifoso animaletto che potrebbe non essere più stato citato da alcuna autrice dopo Vonda, ma che richiama il concetto di fame senza fine; affligge i media - compresi i blog - è un inesauribile bisogno di cercare, digerire e ricreare notizie. La tenia ci impedisce di essere sazi, si mangia ciò che troviamo e ci spinge a cercare altro. Ma io credo che si debba mettere un punto sia alla fame che alla ricerca, e assimilare: vale per grassi e zuccheri ma anche per le informazioni. Se non si hanno gli anticorpi datti (cioè 5 anni di studio approfondito) le notizie che troviamo possono farci male, oppure possono esaurirci. Buon anno 2022 a tutte e tutti, e non scavate troppo: è solo fiction! (...>)