Libro: Le Città Invisibili (Oscar Mondadori)
Parole: logogrifo, chiurlo, resoconto
Persone: Calvino e Marco Polo (ah già! ... e Pasolini)
Le Città Invisibili è un libricino. Un piccolo volume con piccoli
racconti. Un’opera narrativa con due modi di raccontare: per immagini e per
dialoghi. Cerco libri che divertano e “servano”, perché, insomma, il tempo per
leggere è SEMPRE poco. Le Città
Invisibili ha entrambe le caratteristiche.
Dovreste prenderlo in
considerazione per questi motivi:
· - diverte perchè la durata dei brani è breve e ciascuno porta lontano
· - assomiglia a un bel piatto estivo: ha tanti
ingredienti freschi, stanno bene insieme ed è leggero, anzi leggerissimo
· - serve perchè è estate e questo, tra i #libridiviaggio , è un
purosangue, alimenta la nostra curiosità. La voce narrante è un grande viaggiatore realmente esistito: Marco
Polo (1254 - 1324) è una figura da tenere sempre presente. Tutti i giorni.
Sfortunatamente, nessuna delle
città descritte esiste, ma il libro offre comunque qualcosa al
viaggiatore: ci sono spunti per scegliere cosa
cercare, di particolare, nelle innumerevoli città che si sono,
finalmente, riaperte. Le città inVisitabili
sono Visibili: evviva!
Sento già la “febbre da viaggio”,
dopo mesi di confini “variopinti” (prevalentemente arancioni…). In
questo libro il tema Viaggio è centrale, ma troveremo anche libertà e potere, amicizia ed età. Età a confronto.
Perché consiglio questo libro:
-
In questo volumetto le parole d’altri tempi
sembrano poter vivere ancora: cesti
per la frutta raccolta al mattino, gorgiera,
chiurlo, carovana.
-
Ho capito perché Calvino è uno scrittore molto indicato
per gli studenti: è formalmente
perfetto, suona sempre bene, rispetta il tempo del lettore e non te lo fa mai
perdere.
-
Infine: agli adulti il libro fa bene perché oltre
a stimolare la curiosità per le aree urbane, affronta il tema dell’età e
dell’amicizia – compresi i rapporti tra Capi, necessariamente Severi, e
Dipendenti, necessariamente Creativi.
Io credo che nessuna città al mondo sia completamente comprensibile, però trovo sempre divertente cercarci dentro queste 3
cose: un filo conduttore, un modo per farla mia e un' esperienza particolare da
provare. L’ho fatto un mese fa con #Bologna, poco dopo con #Roma e nel fine-settimana
con #Torino. Ero già stato in queste città altre volte, ma stavolta ho cercato
qualcosa di nuovo, puntando tutto su singoli quartieri. Inoltre, le città cambiano...
Bologna ... come Gugl Maps non l'ha mai vista |
Consiglio il volume Oscar: ha una postfazione di #Pasolini che da’ una lettura di Le Città critica e imprevedibile Quando si legge un classico, a volte una chiave interpretativa coraggiosa è una sana scrollata che tira via la polvere.
L’attualità del libro: noi, oggi, ci spingiamo verso i limiti della conoscenza, e quando si sta vicini al limite bisogna fare attenzione. Mi torna in mente La Sindrome di Teodora di Letizia Bricchi (cioè il post precedente).
Il testo di Pasolini è ricco e ironico.
Sto fingendo di averlo capito perfettamente (in realtà è stato scivoloso, una specie di formula magica che letta da me non funzionava), ma sono sicuro sia utile per inquadrare Calvino.
Mi ha dato modo di capire perché preferisco Calvino a Pasolini. Pasolini, per
dirne una, ha un linguaggio che non mi porterei mai in vacanza: divaga di qua e
di là ed è molto forbito. Me lo leggerei volentieri in inverno. Calvino è da vacanza.
Anche il Polo di questo libro divaga molto.
Khan si lamenta, con poche, taglienti parole, per la sua mancanza di concretezza:
non riceve ciò per cui paga! Eppure, consente che il suddito divaghi. Perché?
Forse l’autore vuol dirci che
pure un ricco sovrano trae beneficio dal carico di desideri che il semplice mercante spaccia per resoconto di viaggio. Non rende conto, ma racconta.
Quel sovrano siamo noi lettori, e
Polo è ogni scrittore. Di mercanti e di scrittori il mondo è pieno. Per
fortuna.
Il Khan sa che le parole del mercante veneziano sono un atto di premura verso di lui. C’è un desiderio di dialogo, pur con la distanza in mezzo. Siamo noi all’epoca della pandemia!
E’ un libro
pieno di tentativi di comunicazione; come tra moglie e marito, o come tra amici lontani per Decreto o per DPCM, a volte
i discorsi funzionano e altre volte generano muri di #incomunicabilità . I buoni dialoghi riescono quando si fa pratica:
ascolto + discorso, ascolto + risposta, e così via.
Per tutti i momenti in cui desìderi
uscire ma non puoi, SAPPI: con i libri di Calvino puoi abitare il desiderio. Rimanendo seduto nella
realtà che “non vuoi”; se non puoi godere il desiderio stesso, preciso, puoi
andare con la mente al Tuo Desiderio. Io penso che Calvino aiuti a farlo.
Poi un giorno, gli ostacoli che
ti fermano, giusti, sbagliati o semplicemente incomprensibili, verranno
rimossi. A quel punto chiuderai volentieri i libri, cliccherai su “esci”,
premerai OFF e, finalmente, uscirai.
Ricorda solo, prima,
di toglierti
il pigiama.