mercoledì 23 giugno 2021

Le Città Visibili: raccontare è far vedere

 Libro: Le Città Invisibili (Oscar Mondadori)

Parole: logogrifo, chiurlo, resoconto

Persone: Calvino e Marco Polo (ah già! ... e Pasolini)

Le Città Invisibili è un libricino. Un piccolo volume con piccoli racconti. Un’opera narrativa con due modi di raccontare: per immagini e per dialoghi. Cerco libri che divertano e “servano”, perché, insomma, il tempo per leggere è SEMPRE poco. Le Città Invisibili ha entrambe le caratteristiche.

Dovreste prenderlo in considerazione per questi motivi:

·         - diverte perchè la durata dei brani è breve e ciascuno porta lontano

·     - assomiglia a un bel piatto estivo: ha tanti ingredienti freschi, stanno bene insieme ed è leggero, anzi leggerissimo

·      - serve perchè è estate e questo, tra i #libridiviaggio , è un purosangue, alimenta la nostra curiosità. La voce narrante è un grande viaggiatore realmente esistito: Marco Polo (1254 - 1324) è una figura da tenere sempre presente. Tutti i giorni.

Sfortunatamente, nessuna delle città descritte esiste, ma il libro offre comunque qualcosa al viaggiatore: ci sono spunti per scegliere cosa cercare, di particolare, nelle innumerevoli città che si sono, finalmente, riaperte. Le città inVisitabili sono Visibili: evviva!

Sento già la “febbre da viaggio”, dopo mesi di confini “variopinti” (prevalentemente arancioni…). In questo libro il tema Viaggio è centrale, ma troveremo anche libertà e potere, amicizia ed età.  Età a confronto.



Perché consiglio questo libro:

-          In questo volumetto le parole d’altri tempi sembrano poter vivere ancora: cesti per la frutta raccolta al mattino, gorgiera, chiurlo, carovana.

-          Ho capito perché Calvino è uno scrittore molto indicato per gli studenti: è formalmente perfetto, suona sempre bene, rispetta il tempo del lettore e non te lo fa mai perdere.

-          Infine: agli adulti il libro fa bene perché oltre a stimolare la curiosità per le aree urbane, affronta il tema dell’età e dell’amicizia – compresi i rapporti tra Capi, necessariamente Severi, e Dipendenti, necessariamente Creativi.

Io credo che nessuna città al mondo sia completamente comprensibile, però trovo sempre divertente cercarci dentro queste 3 cose: un filo conduttore, un modo per farla mia e un' esperienza particolare da provare. L’ho fatto un mese fa con #Bologna, poco dopo con #Roma e nel fine-settimana con #Torino. Ero già stato in queste città altre volte, ma stavolta ho cercato qualcosa di nuovo, puntando tutto su singoli quartieri. Inoltre, le città cambiano...

(io che) "noto" vicolo di Roma, vicolo "transitorio" 
[nei pressi di via de' Coronari]
Bologna ... come Gugl Maps non l'ha mai vista

Come nasce una città invisibile? 
    Mito e realtà coesistono in Calvino. Questo rende la lettura piena di sorprese. Ci si sente accompagnati dall’autore, il quale utilizza una coppia di personaggi che si fanno compagnia, Marco Polo e Kublai Khan (1215 - 1294). Polo racconta al sovrano. Il trucco è proprio il raccontare. Il gran Khan è vecchio. Il regno è sterminato. Il Gran Kan nelle città su cui ha dominio può arrivarci solo all'energia narratrice del giovane Polo.

    Ogni città una storia, ogni storia un messaggio di Calvino per il suo pubblico, lanciato come una guida locale racconterebbe la città a un suo amico in visita, in modo affettuoso e senza gli schermi della professione. I messaggi fantastici e metaforici di questo "esperto del posto" compongono il libro: per il re del mitico reame del Catai bloccato nel suo Palazzo sono sono città invisibili. Nel corso del 2021 anche le nostre città ci sono sembrate lontane e irraggiungibili, e mi sono rivisto in Kublai.

    Consiglio il volume Oscar: ha una postfazione di #Pasolini che da’ una lettura di Le Città critica e imprevedibile Quando si legge un classico, a volte una chiave interpretativa coraggiosa è una sana scrollata che tira via la polvere. 

        L’attualità del libro: noi, oggi, ci spingiamo verso i limiti della conoscenza, e quando si sta vicini al limite bisogna fare attenzione. Mi torna in mente La Sindrome di Teodora di Letizia Bricchi (cioè il post precedente).

    Il testo di Pasolini è ricco e ironico. Sto fingendo di averlo capito perfettamente (in realtà è stato scivoloso, una specie di formula magica che letta da me non funzionava), ma sono sicuro sia utile per inquadrare Calvino. Mi ha dato modo di capire perché preferisco Calvino a Pasolini. Pasolini, per dirne una, ha un linguaggio che non mi porterei mai in vacanza: divaga di qua e di là ed è molto forbito. Me lo leggerei volentieri in inverno. Calvino è da vacanza.

Anche il Polo di questo libro divaga molto. 

    Khan si lamenta, con poche, taglienti parole, per la sua mancanza di concretezza: non riceve ciò per cui paga! Eppure, consente che il suddito divaghi. Perché?

    Forse l’autore vuol dirci che pure un ricco sovrano trae beneficio dal carico di desideri che il semplice mercante spaccia per resoconto di viaggio. Non rende conto, ma racconta.

    Quel sovrano siamo noi lettori, e Polo è ogni scrittore. Di mercanti e di scrittori il mondo è pieno. Per fortuna.

Il Khan sa che le parole del mercante veneziano sono un atto di premura verso di lui. C’è un desiderio di dialogo, pur con la distanza in mezzo. Siamo noi all’epoca della pandemia! 

E’ un libro pieno di tentativi di comunicazione; come tra moglie e marito, o come tra amici lontani per Decreto o per DPCM, a volte i discorsi funzionano e altre volte generano muri di #incomunicabilità . I buoni dialoghi riescono quando si fa pratica: ascolto + discorso, ascolto + risposta, e così via.

Per tutti i momenti in cui desìderi uscire ma non puoi, SAPPI: con i libri di Calvino puoi abitare il desiderio. Rimanendo seduto nella realtà che “non vuoi”; se non puoi godere il desiderio stesso, preciso, puoi andare con la mente al Tuo Desiderio. Io penso che Calvino aiuti a farlo.

Poi un giorno, gli ostacoli che ti fermano, giusti, sbagliati o semplicemente incomprensibili, verranno rimossi. A quel punto chiuderai volentieri i libri, cliccherai su “esci”, premerai OFF e, finalmente, uscirai.

Ricorda solo, prima, 

di toglierti il pigiama.

su certi muri di Torino, giugno 2021
Su certi muri di Torino, giugno 2021, cercando il filo rosso. Corso Regina Margherita 140, per il progetto "TOward 2030". James Dean è appoggiato su un muro di via Barbaroux,
così come l'opera, transitoria, anch'essa, di SPAM (all'altezza di via San Francesco)



giovedì 10 giugno 2021

Da Astronauta a Cavaliere : la vita avventurosa del professor Balzani

Libri: La sindrome di Teodora, Le città invisibili, Energia per l'astronave Terra

  Parole: #energierinnovabili, #covid, #ingegneria, #chimica, #climatechange, #fotovoltaico, #resilienza

Persone: Vincenzo Balzani, Letizia Bricchi | Facebook

Vincenzo Balzani per me era semplicemente un grande divulgatore, capace di spiegare l'energia e gli intrecci ecologici nel mondo globalizzato a un pubblico vasto. E invece sbagliavo! Upgrade a Super divulgatore! E oggi pure Cavaliere! Negli miei anni da libraio, prima che Greta Thunberg rendesse la faccenda più chiara a tutti, a chi chiedeva da dove cominciare per capire il tema dell'Ambiente consigliavo sempre lo stesso libricino (270 pagine di piccolo formato) che Balzani aveva co-creato con un collega. Col tempo ho scoperto che in tutta Italia quel libro aveva riscosso un ottimo successo.

Balzani e Nicola Armaroli firmarono quel volumetto da 14 euro che oggi è bestseller, Energia per l'astronave Terra, e rappresenta un riferimento per temi che oggi interessano sono caldi e domani saranno bollenti. Offriva - e offre (oggi in nuova edizione Zanichelli) una chiave di lettura lineare (ma niente affatto noiosa o da "cattedra") sugli scenari energetici.

Nel 2016 gli dedicai al libro un post. Nel 2021 uno dei suoi due autori è Cavaliere di Gran Croce della Repubblica: direi che la gavetta l'ha fatta tutta... ;) 

Come sapete, pubblico pochi post - mmh mmh - e sono quindi molto contento che uno di quei pochi abbia avuto a che fare con un autore che da oggi sarà meritatamente ancora più popolare di prima. Anche perché, ammettiamolo, l'ego da libraio brama sempre di riconoscere un buon libro prima che SPACCHI sul mercato! 

Prima che dilaghi nelle case e nelle scuole! Che scali la classifica del Corriere della sera! Che Chiara Ferraghni si faccia un selfie con la copertina! 

Oggi, che non lavoro più in una libreria, continuo a consigliare questo libro: 



Come nel 2016,
anche oggi cerco di seguire in qualche modo il dibattito sull'Ambiente. 
Be', la ricerca è veramente caotica! 
Mi dispiace dirlo, risultare così "vecchio", ma su internet c'è troppo.

 

Tra Greta, la pandemia e il PNRR gli articoli sul tema sono aumentati in modo esponenziale. Io credo che non vada perseguito un "sapere" generico in modo casuale: preferisco un piccolo bagaglio di conoscenza dal quale trarre poi, se del caso, le nostre proprie conclusioni - possibilmente volando bassi e con una piccola zavorra di modestia (a meno che non si possieda qualche titolo. Tipo Cavaliere di Gran Croce per meriti scientifici, ecco, se no è meglio non intasare i social).
Cerco sempre dei libri chiari e semplici scritti da chi ha dedicato ANNI al tema. Poche settimane fa mi hanno parlato di un'altro libro sull'ecologia, e qualcosa di quel suggerimento aveva attirato la mia attenzione: il titolo evocava un altro libro, uno di quei saggi letti tanto tempo fa, bello eh! un libro forte ma che... non ricordavo assolutamente quale fosse. Prima di perdere le ultime residue facoltà mentali feci qualche ricerca a partire dal saggio che mi avevano suggerito, che era

 La Sindrome di Teodora, di Letizia Bricchi 

 http://www.libreriaromagnosi.it/ricerca.asp , e il collegamento era con Le Città Invisibili di Calvino. Eeeh niente: non mi veniva!

https://www.mondadoristore.it/Le-citta-invisibili-Italo-Calvino/eai978880466802/ 

Quello scritto dalla Bricchi, autrice all'esordio, è un agile compendio divulgativo sulla crisi climatica. Un viaggio di cento pagine che chiama il lettore ad azioni “clima-positive”. 

La Teodora del titolo è proprio una delle Città Invisibili che rivive, quasi 50 anni dopo, con più energia che mai: nel repertorio di luoghi e situazioni che è Le Città Invisibili di Calvino, Teodora è sfruttata dallo scrittore per avvisare il genere umano di non eliminare gli animali solo perché fastidiosi o non necessari. Gli uomini e le donne di Teodora, infatti, vogliono debellare le altre specie animali, perché le ritengono INCONCILIABILI con la propria società. Le specie vengono sgominate una a una dagli umani, che effondono in questo progetto apparentemente civilizzatore un’energia enorme. Non lesinano risorse. Restano solo gli umani. Per Bricchi, Teodora è il pianeta Terra. Gli abitanti di Teodora credono di aver imposto un discreto ordine, aah, finalmente, e di aver domato tutte le bestiacce pungenti e brulicanti e puzzolenti e svolazzanti, che fastidio mamma mia! 

Si credono liberi da ogni vincolo. Metropolitani perfetti.

Scopriranno che non è così. Illudersi di essere i padroni della Creazione non lascia scampo.



E' la stessa conclusione a cui sono arrivato io leggendo La Sindrome di Teodora. Più vasta della nostra conoscenza è, e sarà per sempre, la Natura. La quale, immagino, ci sopravvivrà. E la Perfezione, se c’è, dura poco.

Il libro, che vi consiglio, riunisce anche tantissime risposte positive, appoggiandosi sulla Laudato Sì’ di #PapaFrancesco del 2015, e su fonti scientifiche, indicate a pie’ di pagina, facili da riscontrare. Come si addice a un saggio. Fonti che ho verificato, con tutta calma.

... ovviamente su internet 😁