martedì 31 dicembre 2024

L'augurio: La gioia all'improvviso!

 Libri: La gioia, all’improvviso – In tutto c’è stata bellezza - Lincoln nel Bardo

Parole: famiglia – inquietudine – bontà naturale – misticismo - Lutto

L’autore è Manuel Vilas. Spagnolo. Tradotto in Italia solo recentemente, ha una discreta produzione in patria.

Anni fa presi il libro PER il suo “predecessore”: un errore diffuso. Allora non mi fece impazzire, ma aveva qualcosa di grande. Mi rimase impresso. Poi bo’. Stette lì.

L’ho riletto da poco, proprio per quell’impressione. Temi ripetuti, trascinati dal primo libro in Italia appunto, ma con forma nuova. La struttura ha una certa elaborazione. Composta prevalentemente attorno al tour di uno scrittore per il libro “predecessore”, libro che adoro: In tutto c’è stata bellezza (Guanda, gennaio 2019).

Per inquadrare la situazione

Alcune ripetizioni, ma nelle totali 400 pagine c’è tanta energia nuova. Forse è un po’ facile, perché si appoggia al successo dell’altro libro. Io non critico Vilas: cosa non fai per vendere? Alla mancata critica aggiungo però che solo chi non ripetendosi riesce bene è un genio, ogni volta. Chi riesce ogni volta è un genio. David Foster Wallace era un genio. Questo uso del chi è necessario quando l’argomento è una persona, ma questo post non parlerà dell’autore, bensì del suo bel libro La gioia, all’improvviso.

Questo libro è un romanzo, un romanzo con una trama breve e verosimile, ma non è certamente un racconto codardo e fuggitivo, non è un brodino. E’ impostato come biografia. Io lo ho letto senza conoscere l’autore – non ha una back-list lunga qui da noi – ma come curiosità, per alcuni temi presenti, temi tosti. Lui scrive di sé, ma a me il libro arriva piacevolmente come un alternarsi di flusso di coscienza e impegno a esplorare il lutto, la genitorialità, la professione artistica.

Chi scrive dice di essere codardo, per me però è un lottatore.

Non è un truffatore. Hai letto subito che è legato a UN ALTRO LIBRO. Culli una speranza: che Vilas faccia dei passi avanti nell’elaborazione del lutto per i suoi genitori, speri che leggendo tu possa dotarti di qualche strumento per questa materia. Sì, diciamo… per quando ne avrai bisogno, ecco. Con tutta calma. E, insomma, compri La gioia all’improvviso!



Un tema, o più di uno

Tema: io credo che per natura un figlio lasci il padre e ugualmente lascia la casa di suo padre. Continua ad amarlo - lasciare la casa non è in alcun modo legato al sentimento – e vive altrove. Si può anche restare a casa coi genitori, ma è naturale - e quindi valido, valevole, accettabile - lasciarla. Qui invece Vilas si inceppa sul fatto che i genitori non vadano lasciati. Un papà non deve smettere di vedere i figli. È un mammone. Per il suo pentimento? Per la sua vicenda, passata, desidera una sorte diversa con la compagnia del figlio? Sarebbe umano, voglio dire: comprensibile.

Un aspetto da “Dislike”: frasi come: “Tutto mi chiama” caratterizzano Vilas in entrambi i libri, ma, mm, per me è no.

Si fa troppe domande, si fa tutte le domande, rientra nel girone degli speculativi senza limite. Quindi: senza meta. Quindi: mediterranei all’eccesso. Ad esempio, si chiede: “perché mi succedono cose tanto belle?”

Queste frasi sono poetiche ma hanno una tara: cancellano un pezzo di quello che è stato letto fino a quel punto. D’altronde noi avevamo già capito che in tutto c’è stata bellezza. Perché rimettere in discussione questo caposaldo? Come movente legittimo potrebbe esserci questo: elencare il passato.

Molto bello il capitolo 72, perché pedagogico; mi è parso molto equilibrato, pieno di indulgenza, e saggio. Ci ho trovato una saggezza universale nel parlare di infanzia.

La salvezza presente nel libro In tutto c’è stata bellezza è pure in questo volume; la salvezza si chiama Alberto, tecnico della caldaia. Alberto è un uomo allegro. Il confronto con questo uomo in carne, ossa e buonumore è funzionale all’accensione del narratore. Alberto ripara Vilas. Ciò vale dire: Vilas si auto-ripara. Fantastico!

Io sono stato una persona allegra. Ultimamente sono giù e mi sento finire. L’allegria è la salvezza anche del libro, perché cambia i nomi dei personaggi e cambia marcia. Il libro converge verso un obiettivo chiaro: l’amore salva, giustifica e dà la vita. Questa volta, è la volta buona.

Oggi? Eh? E oggi, lo sono allegro?

È un giorno importantissimo, forse formalmente può ingannare, sembrando leggero – se non vuoto di significato, sembrando ripetitivo – almeno ogni 365 giorni, o sembrando sordo – se non egoista. E’ un giorno “ALLEGRO” esso stesso, in quanto il 31-12 si fa festa. Fino a prova contraria. Anche senza i botti (che siano maledetti, oltre che banditi).

Oggi, cosa posso portare sul banco di prova? Sono vivo è ho avuto una buona salute. Banale? Sì ma non scherzo. Vado verso l’età del protagonista di questo romanzo biografico, e negli ultimi giorni ho cercato, nella memoria e in un diario, gli aspetti positivi di questi ultimi anni, quelli successivi alla pandemia. Ho trovato qualcosa. È la reazione positiva della mia vitalità. Ho effettuato l’autoaiuto. Auto-riparazione.

Ha funzionato: ora ho una soluzione al rabbuiarmi istintivo che mi accade con le news. Il mio presente… il nostro… Io mi informo, lo ho fatto anche nel corso del 2024, con 2 anni di guerra europea in coda, più altre tragedie: come fai a stare allegro con quello che gira su Ansa, Studio Aperto, giornali online e compagnia bella?

 Ti stordisci… un piccolo effetto, lo fa.

“Chi vuole drogarsi, trova la SUA droga”.

Suggerisco la musica: funziona! L’immagine, migliaia di foto fino al caos: ottimo!

Altrimenti: il cinema.

Oppure: mangiare, ma questo ha i suoi effetti collaterali (colesterali, biliari, gastroesofagei).

Un lieto fine ci vuole

Il libro, infine, in seconda lettura, in questo anno qua, ha vinto; il mio scetticismo è sconfitto. Perché? per la capacità di scrittura dimostrata su un temi difficili: la perdita delle persone amate. Avrete sentito di Lincoln nel Bardo, di Ford? Lo hanno letto molti: nel romanzo il rapporto con gli spiriti era scritto in modo indiretto e funzionava per il lettore, come immedesimazione, come intrattenimento, distante e impersonale. In questo libro ogni pagina è personale. Impossibile seguire una biografia altrui passo passo, però nel mio caso (ripeto: nel 2024), cercavo un aiuto per la mia biografia e per i miei lutti. Dal 2019, ho perso diversi giovani amici e degli zii che mi erano molto cari. Ho pensato a Vilas come a un sostegno. Lo è stato, ho dovuto però porre una distanza tra la sua vicenda-storia, che è listata a lutto per i genitori e per l’amore non dimostrato, e i miei lutti prematuri e inspiegabili.

È stato di aiuto.