giovedì 22 agosto 2013

Parto programmato

Ho letto che il primo blog è nato il 18 luglio 1997. 
Era scritto su un sito che ritengo attendibile, ma ci ho creduto subito solo perché il mio è nato il 18 agosto scorso. Voglio dire: qualsiasi fondazione predilige un riferimento glorioso rispetto a un riferimento generico e privo di cose in comune. E' già più facile da ricordare.
Mi sono informato un po’, e ho scoperto che la prima pubblicazione è avvenuta il giorno 23 del dicembre 1997.
Così mi è piaciuto programmare il parto del mio blog primogenito (e unigenito) il giorno 23.
Che è appunto oggi. Almeno: qui, nella piccola città in questa parte di mondo.
Ecco.

Si parte. Partire è anche "fare parti". Dividere, o anche condividere; e dividere è anche moltiplicare.
Lunga vita a Bloghema!

Sono all'inizio. Solo.
E... perché lo sto facendo?
Questa domanda è il minimo sindacale per cominciare a parlare.
L'essenza è che lo faccio perché scrivere è bello.
Sarà pure l'essenza, però è scontata e striminzita: mica siamo su Twitter!
Dunque (adoro le nonfrasi). Oltre al piacere di scrivere c'è dell'altro. C'è stata una riflessione sul pubblicare, una sul confrontarsi, una sui contenuti da trattare. C'era ancora dell'altro, però: per trovarlo dovevo sbirciare in qualche vecchia lettura, perchè era una ragione che condividevo, ma l'aveva scritta qualcun'altro, e non mi era chiaro chi, cosa, dove...
In un volumetto che si chiama "L'Aleph" ho ritrovato una frase perfetta:

"prima di vedere il mare, il viaggiatore avverte un'agitazione nel sangue".

L'ha scritta Borges. Ho controllato, è stata pubblicata nel 1952; io l'ho letta su un'edizione del 2001 (già nuovo Millennio: sembra più vecchia), e descrive la sensazione che ho nell'aprire il mio primo blog.
Ammesso che ci riesca.
Col web non si scherza: va bene la democrazia della rete, ma se non ci sai fare sono guai.
Avvicinarmi in modo irreversibile al web suscita in me ciò che l'avvicinarsi al grande mare suscita al viaggiatore. Ho un'idea di ciò che mi aspetta, ma non è precisa, e non la so definire. Questo mi da un brivido, e mi piace: è una calda notte d'estate.

1 commento:

  1. In bocca al lupo per questo viaggio, anche se credo che tu non ne abbia davvero bisogno.
    Come in tutte le cose ci vuole tenacia, ci vogliono buone idee, ci vogliono cure costanti ed anche amore... ti ricorda qualcosa? =)
    E' sicuramente meno impegnativo di un figlio vero ma anche qui ci vogliono pazienza e cura... e tu amico mio hai tutte le carte in mano!
    Un abbraccio.

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